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2007 L'archivio di Bad Arolsen - articolo pubblicato sul Bollettino della comunità ebraica

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L'International Tracing Service, dal 1955 gestito da una commissione formata da 11 Stati e amministrata dalla Croce Rossa Internazionale è l'istituto nato, a secondo conflitto mondiale ancora in corso, per rintracciare persone disperse o spostate a causa della guerra. Il lavoro di ricerca delle persone si è basato su materiale raccolto all'indomani della guerra dalle potenze alleate o dalla Croce Rossa o da altre istituzioni umanitarie e versato all'istituzione situata a Bad Arolsen in Germania. Nel corso degli anni si è aggiunta l'attività di certificazione delle persecuzioni subite da singoli, da usare come appoggio a richieste di riparazione o di pensione.

Ora c'è una novità. Lo scorso 16 maggio, a Lussemburgo, la commissione internazionale ha deciso, soprattutto dietro pressioni americane, di aggiungere alla sua missione non solo l'opera umanitaria in favore dei singoli, ma anche la messa a disposizione dei documenti agli studiosi. Gli storici, che fino ad oggi non potevano accedere a quell'archivio, oggi possono recarsi personalmente ad Arolsen e sondarne il materiale.
Ci è voluta una vera e propria battaglia, per giungere a questa decisione. Sulle modalità di rendere disponibili i documenti pubblici si sono scontrate due mentalità, più larga quella di tradizione anglosassone, più restrittiva quella europea.
E' però dubbio che questa apertura comporti novità nella valutazione qualitativa e quantitativa della deportazione ebraica dall'Italia, per due ragioni.
Una è che i documenti conservati sono liste di deportati spostati e riregistrati in campi diversi da quelli di prima destinazione o di segnalazioni di deportati visti vivi alla liberazione, o elenchi di sepolti in fosse comuni, o elenchi di persone in viaggio per il ritorno in patria. Si tratta dunque di documenti che parlano di persone sottoposte a lavoro forzato, o a detenzioni punitive, in continuo movimento nell'Europa sconvolta dalla guerra e non tanto di ebrei sottoposti nella loro maggior parte a sterminio immediato. La prova di ciò sta nel fatto che i ricercatori dell'Università di Torino che, guidati dal prof. Brunello Mantelli, stanno redigendo la lista completa dei deportati politici e civili, hanno sottoposto all'ITS per verifica il loro elenco. Per i nomi degli ebrei da noi forniti al gruppo Mantelli, il risultato della verifica è sistematicamente stato negativo.
L'altra ragione è che l'archivio di Bad Arolsen è stato da noi già sondato, ancora all'epoca della diretta inaccessibilità, microfilmato, tra il 1955 e il 1957, dall'Istituo Yad Vashem di Gerusalemme. Là ci recammo più volte e, con permesso eccezionale, per varie settimane, accedemmo ai 16 milioni di schedine nominative (tante erano allora, ora sono ben di più) colà raccolte e controllammo i nomi degli italiani. Controllo quanto mai necessario prima della pubblicazione de Il libro della memoria, ma che ora rende per noi marginale l'apertura degli archivi di Bad Arolsen.

 

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